mercoledì 20 ottobre 2010

Racconti di frontiera - dai doganieri ad Emergency


E' in vendita a Roma (prossimità Laurentina) presso
l’edicola di piazzale dei militari caduti nei lager, di fronte Panorama
al prezzo di 13 euro.

un euro a copia verrò devoluto dalla casa editrice per la gestione
degli ospedali di Emergency.

PASSA PAROLA

vi anticipo la mia apertura poetica di questa
che è poi una raccolta di racconti scritti da doganieri.

(Istruzioni per l’uso)

Per iniziare questo viaggio
occorrono amore, curiosa incertezza
candore, giusta dose d'indecenza

occorrono persone, compagni di viaggio
l'equipaggio d'ipotetica nave
il coraggio di lasciare la strada
consueta, perdersi in questa notte
mutare sovente le rotte
comporre sempre nuove mappe
prendere la mano di chi resta indietro
prendere appunti, contatti
mettersi in rete
nessuna fretta di arrivare
nessun timore di sbagliare
tutto quel disordine fisico e mentale
nessuno spavento, è il vento
dei gesti da fare.


(Ipotesi di un viaggio)

Sono le parole a cercarmi
io, venuto fin qui
per non farmi trovare

e sanno sempre come tornare
emozioni incomplete
sogni incompiuti, versi lasciati
a scremare, fermentare
come viaggiatore che pensa le rotte
e non sa da che parte iniziare

viaggiatore che passa la notte
dal tatuaggio sopra il polpaccio
dal segno sopra parete
appunto preso a caso
messaggio non cancellato
sopra la sabbia ormai quasi sbiadito

e mi ritrovo ancora innamorato
momento dopo momento
strato su strato
che solo dal tessere paziente
dalle tessere attente dei nostri
mosaici personali
nasce il viaggio

porto di partenza e tutto il resto
che porto appresso per non dimenticare
chi sono, chi sei
da dove parto e dove
voglio andare

per vedere il mare da terra
la terra dal mare
la terra ed il mare
dall'aria ed altra aria
da altro mare ed altra terra

che non sempre è il
viaggiatore a viaggiare
è lo sfondo a mutare il contorno
ed assieme mutano le parole
verso l'altro e l'altrove
ed identitario è solo chi muore

e sono le parole a cercarmi
io, venuto fin qui
per non farmi trovare
perché non sempre è
il viaggiatore a viaggiare

a volte si limita a guardarsi guardare
come da sempre quella linea di mare
che lontana confina col cielo
e vicina carezza e schiaffeggia
la terra, il mio stare

e nel mezzo c'è tutto il resto
che non posso capire
che non sempre è il viaggiatore
a viaggiare sono le parole
a cercarlo, e lui non vuol
farsi trovare

non sempre è nel viaggio che sta
circoscritto il viaggiare
c'è uno stare transitorio
un predisporsi al tornare
una linea del sole sulla pelle
un facciamoci male

e per le parole è tutto un cercare
scrutare oltre orizzonte
per vedere e palpeggiare la vita
come un continuo e docile dolce
voler naufragare, sempre in altro mare
sempre e comunque in alto mare

ed è così che
ipotizzandoci in viaggio
iniziamo a viaggiare.

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